Al tempo di Santa Chiara - la cara primogenita figliuola di San Francesco - i saraceni presero d’assalto la città d’Assisi. Quei barbari procurarono una strage terribile in quella malcapitata città cristiana e ne profanarono sacrilegamente le chiese ed i conventi. Santa Chiara era pericolosamente ammalata e non poteva affatto muoversi dal letto. Le suore, spaventate, le vanno a riferire che i saraceni stavano già per dare la scalata alle mura del convento, anzi molti di quei soggetti avevano valicato le sante mura. Viene chiesto alla Santa di accorrere rapidamente per scongiurare che le vergini consacrate a Dio divenissero preda di quei ciacchi. Chiara raccoglie tutte le sue forze, salta dal letto, corre nella chiesa, prende (adeguatamente) la pisside piena di particole consacrate e vola alla porta del monastero. All’apparire di quella vergine i saraceni scappano via tutti pieni di spavento, e la maggior parte d’essi, precipitando dalle mura, muore all’istante. Oggi profanano i conventi delle sante vergini non più i saraceni, ma quei galantuomini che hanno per nome «liberali»! (Tratto da Giacinto Belmonte cappuccino, Racconti miracolosi, 1887, con permesso dei Superiori, vol. II, pagine 323-324).
A cura di Carlo Di Pietro