Un santo predicatore faceva con la sua parola, sincera ed ardente d’amore di Dio, un bene incalcolabile in un paese dove era stato destinato dal vescovo per il Quaresimale. Una sera, ritiratosi nel suo alloggio dopo aver predicato, sentì bussare alla porta. Entrò un uomo e gli disse: «Padre, io voglio fare, per il vostro tramite, un poco di bene ai poveri: ecco qui mille scudi. Vi prego di consegnarli personalmente nelle mani dei bisognosi». Il povero predicatore rispose subito: «Ma io non posso fare tutto questo, non conoscendo i veri poveri del paese e non volendo poi, per non aver distrazioni, passare qui per un elemosiniere». Il sant’uomo temeva di mancare ai propri doveri distraendosi, essendo stato inviato in quel luogo dal vescovo per predicare! Ma quel buon cristiano, il benefattore, santamente seppe importunare il predicatore, finché questi dovette rispondere: «Lasciatemi i vostri mille scudi e ne disponga a suo beneplacito la Provvidenza». Gli scudi furono conservati nel fondo d’una cassa, il predicatore custodì in tasca la chiave di quella cassa, poi non fece altro che badare al suo ministero. Una società santa è una società ordinata, dove ognuno si impegna a fare bene il proprio dovere: fare bene i propri doveri è vera carità. Una sera accadde che egli predicò sulla Provvidenza e terminò il discorso con queste tenere parole della Scrittura: «Non ho veduto mai il giusto abbandonato da Dio, né i suoi discendenti privi di pane». Un padre di famiglia, dopo avere ascoltato la predica, si mise al seguito del predicatore e lo seguì fino a casa. Senza tergiversare, il padre di famiglia disse a quell’uomo di Dio: «Guardate, Padre, voi avete detto questa sera che la Provvidenza non abbandona nessuno. Io ho confidato sempre nella Provvidenza e, nella povertà della mia famiglia, non sono caduto mai nello scoraggiamento; ma ora, non avendo pane per i miei figli, sento che il coraggio mi viene meno, e sono tentato di dire che sono una prova contraria alla vostra predica». Allora il predicatore si ricordò dei mille scudi e disse al povero padre di famiglia: «Ecco una prova di fatto della mia predica: prendete, questo danaro è vostro». Il più grande insulto che noi possiamo fare alla divina Provvidenza è quello di diffidare del suo aiuto. Questa Provvidenza amorosa non abbandona mai nessuno. Confidiamo dunque in essa come i bambini confidano nelle cure della loro madre. (Tratto da Giacinto Belmonte cappuccino, Racconti miracolosi, 1887, con permesso dei Superiori, vol. II, pagine 292-293).

A cura di Carlo Di Pietro

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