Un celebre usuraio avea due figli, che ne imitavano fedelmente i cattivi esempi nel trarre il sangue dalle vene alla povera gente. Uno di quei giovani, toccato dalla grazia di Dio, rinunziò coraggiosamente alla colpevole professione e si ritirò a penitenza in un deserto. Nel punto di lasciare la casa si volse al padre ed al fratello e li scongiurò, con calde lacrime, di voler anch’essi pensare alla salute dell’anima loro. Ma fu indarno: essi perseverarono nel loro peccato, nelle loro infami usure, e morirono impenitenti. Iddio permise che il redento solitario venisse a conoscenza dello stato infelice del genitore e del fratello. In una estasi, a quel santo penitente parve di trovarsi in cima ad un’altissima montagna, ai piedi della quale si stendeva un mare di fuoco da cui s’alzavano, come una tempesta, grida confuse. Fissò bene lo sguardo e subito riconobbe, in mezzo ai vortici dell’orribile fiamma, il padre ed il fratello, che, furiosi, l’un contro l’altro si scagliavano improperi e maledizioni a vicenda. L’orribile dialogo tra quel padre e quel figlio era questo: «Io ti maledico, figlio detestabile, per cui ho commesso tante ingiustizie ed ho perduto l’anima. - Io ti maledico, padre indegno, che fosti la mia rovina coi tuoi cattivi esempi. - Io ti maledico, figlio insensato, che ti associasti ai peccati di tuo padre. - Sii tu maledetto, crudele autore dei miei giorni, che mi allevasti per farmi dannare». Ecco in che modo nell’inferno i padri e i figli malvagi si lacereranno con le loro maledizioni reciproche. Spesso accade, in questo mondo, che un padre non può sentire per un solo quarto d’ora il pianto ristucchevole d’un figlio, ed un figlio per soli cinque minuti non ha il coraggio di sentire i lamenti del vecchio padre. E se un figlio e un padre cadono insieme nell’inferno e sono costretti a maledirsi a vicenda per tutta l’eternità? Che spavento, mio Dio!

(Tratto da Giacinto Belmonte cappuccino, Op. cit., 1887, con permesso dei Superiori, vol. II, pagine 184 - 186).

A cura di Carlo Di Pietro

intro-racconti-miracolosi.jpg