Importanza. «Ciò che importa maggiormente alla fede del cristiano, non è già che Gesù Cristo sia morto, ma che è risuscitato da morte. Che Gesù sia veramente morto è cosa creduta anche dal pagano, il quale ne fa un soggetto di rimprovero contro il cristiano. Quale dunque il punto capitale della fede nostra, e ciò che ne forma il merito? Eccolo: è il «credere che Cristo risuscitò da morte, e lo sperare che anche noi risorgeremo un giorno per la virtù di Gesù Cristo; questo è il merito e la gloria della nostra fede» (sant’Ambrogio, sul Salmo 101). Fra tutti i miracoli di Gesù Cristo, il più importante di tutti è quello della Sua risurrezione. La risurrezione di Gesù Cristo può servire anche da sola di dimostrazione sommaria e perentoria della divinità della Sua missione e della Sua religione. Questa prova in pari tempo ha il vantaggio d’essere eminentemente alla portata di tutte le intelligenze: per comprenderla basta un cuore retto, che cerca la verità in buona fede. È fuor di dubbio infatti, che se per Suo proprio potere Gesù Cristo ritornò alla vita, Egli è Dio; se ciò avvenne per il potere di Dio, divina è la missione Sua, giacché è impossibile che Dio, la cui santità, bontà e sapienza sono infinite, abbia voluto effettuare la predizione di un impostore e segnare la Sua dottrina col sigillo più irrefragabile della verità. Gesù Cristo stesso, predicando la Sua risurrezione, la presentava come il segno più luminoso della Sua missione divina. Altrettanto fecero gli Apostoli nelle loro predicazioni; e quando si trattò di scegliere un discepolo per sostituire Giuda il traditore, vollero che fosse un testimone della vita, della morte e della risurrezione di Gesù Cristo (Act., I, 22). San Paolo non dubita di dichiarare che la sua predicazione e la fede dei cristiani sarebbero vane, se Cristo non fosse risuscitato (I. Cor., 15). Finalmente i nemici stessi di Gesù, i Giudei, tanto bene capirono la forza dimostrativa della Sua risurrezione, che collocarono guardie al sepolcro per rendere impossibile qualsiasi soperchieria; e nei tempi posteriori i nemici della Rivelazione niente tralasciarono per abbattere la credenza in questo fatto capitale.
[Dal Prontuario del Predicatore, Houdry - Porra, Vol. IV, parte I, pag. 541 e seg., Imprimatur 1934].