Pillola settimanale di Magistero
• Noi, con l’approvazione del Sacro Concilio universale, crediamo e confessiamo che esiste una sola realtà, incomprensibile e ineffabile, la quale è veramente Padre, Figlio e Spirito Santo, le tre Persone insieme, e ciascuna di esse singolarmente. In Dio vi è solo una Trinità, non una “quaternità”, poiché ognuna delle tre Persone è quella sostanza, essenza o natura divina, la quale è, essa sola, principio di tutte le cose, e fuori della quale non se ne può trovare altra. Essa non genera, non è generata, non procede, ma è il Padre che genera, il Figlio che è generato, lo Spirito Santo che procede; in tale modo vi è distinzione nelle Persone e unità nella natura.
Se altro è il Padre, altro il Figlio, altro lo Spirito Santo, non sono tuttavia altra cosa, ma ciò che è il Padre è il Figlio e lo Spirito Santo; la stessa identica cosa, così da doversi credere, conforme alla retta fede cattolica, che essi sono consostanziali. Il Padre generando il Figlio eternamente, gli diede la Sua sostanza, secondo quanto Lui stesso attesta: «Ciò che il Padre mi ha dato è la più grande di tutte le cose»; e non si può certo dire che Gli abbia dato una parte della Sua sostanza, e che una parte l’abbia ritenuta per Sé: perché la sostanza del Padre è indivisibile, in quanto del tutto semplice. E neppure si può dire che il Padre, generando, abbia trasfuso nel Figlio la Sua sostanza, quasi che comunicandola al Figlio non l’abbia conservata per Sé; in questo caso avrebbe cessato di essere sostanza. È chiaro che il Figlio, nascendo, ha ricevuto la sostanza del Padre senza alcuna diminuzione, e quindi il Padre e il Figlio hanno la medesima sostanza; in tal modo il Padre e il Figlio sono la stessa cosa; e così lo Spirito Santo che procede dall’uno e dall’altro. Quando, allora, la Verità prega il Padre per i Suoi fedeli, dicendo: «Voglio, Padre, che essi siano una cosa sola in noi, come noi siamo una cosa sola», il termine «una cosa sola» quando si tratta dei fedeli si deve prendere nel senso di unione della carità nella grazia; per le Persone divine, invece, deve intendersi come unità di identità nella natura. Come altrove dice la Verità: «Siate Perfetti com’è perfetto il vostro Padre celeste», è come se dicesse più chiaramente: «Siate perfetti della perfezione della grazia, come il vostro Padre celeste è perfetto della perfezione che Gli è naturale», cioè ciascuno a suo modo, perché tra il Creatore e la creatura, per quanto la somiglianza sia grande, maggiore è la differenza. Se qualcuno, quindi, intendesse su questo argomento difendere o approvare (altre dottrine) [come, per esempio, l’opinione dell’abate Gioacchino da Fiore (Nota: «... con ciò, però, non vogliamo gettare un’ombra sul monastero di Fiore, in cui lo stesso Gioacchino è stato maestro, poiché ivi l’insegnamento è regolare e la disciplina salutare. Tanto più che lo stesso Gioacchino ci ha inviato tutti i suoi scritti perché fossero approvati o corretti secondo il giudizio della Sede apostolica...».) contro il maestro Pietro Lombardo sull’unità o essenza della Trinità, ndR] sia ritenuto da tutti eretico. Riproviamo e condanniamo anche la stravagante opinione dell’empio Amalrico da Bena; la cui mente è stata così accecata dal «padre della menzogna», che la sua dottrina non tanto deve giudicarsi eretica, quanto insensata.