Il padre Giuseppe di Tebe disse: «Tre cose sono preziose di fronte a Dio: la prima, se siamo malati, e alla malattia si aggiungono tentazioni e le accettiamo con rendimento di grazie. La seconda, se ogni nostra azione è pura dinanzi a Dio, non mescolata a nulla di umano. La terza, se siamo sottomessi in obbedienza al padre spirituale e rinunciamo a ogni volontà propria. In quest’ultimo caso, si ha una corona eminente. Quanto a me, io ho (...) la malattia» (241bc; PJ I, 9).
Da «Vita e detti dei padri del deserto», Città Nuova, Roma, 1999, pagina 275.