• Il padre Teodoro di Ferme disse che un uomo saldo nello spirito di penitenza non è legato ai precetti. [Non perché li trasgredisca, tutt’altro; ma perché opera la giustizia per la sua umiltà e compunzione, non per un’osservanza formale dei precetti]. • Egli disse: «Non vi è virtù così grande come il non disprezzare». • Disse anche: «Chi ha conosciuto la dolcezza della cella fugge il suo prossimo, ma non con disprezzo» (189d-192a). • Disse ancora: «Se non tronco decisamente con questi sentimenti di compassione, essi non mi permettono di divenire monaco». • Disse ancora: «In questo tempo molti hanno scelto la quiete prima che Dio gliela concedesse» (PJ X, 26). • Disse anche: «Non dormire in un luogo in cui vi sia una donna». • Un fratello interrogò il padre Teodoro dicendogli: «Voglio adempiere i comandamenti». L’anziano gli raccontò allora del padre Teona, che anche lui una volta aveva detto: «Voglio che ogni mio pensiero sia in accordo con Dio». Un giorno portò del grano al forno e ne fece dei pani. Dei poveri gli chiesero la carità ed egli li diede a loro. Poiché pure altri chiedevano, diede le ceste e il vestito che indossava. E ritornò in cella cinto del solo mantello. Ma ancora biasimava se stesso dicendo: «Non ho ancora compiuto il comando di Dio» (192ab). Un giorno il padre Giuseppe si ammalò e mandò a chiamare il padre Teodoro: «Vieni - gli disse -, che io possa vederti prima di uscire dal corpo». Era circa la metà della settimana, e il padre Teodoro non andò, ma gli fece sapere: «Se rimani fino a sabato verrò; ma se te ne vai prima, ci rivedremo nell’altro mondo». • Un fratello chiese al padre Teodoro: «Dimmi una parola, perché sto andando in perdizione!». Ed egli con pena gli disse: «Io stesso sono in pericolo, che posso dirti?».
Tratto da Vita e detti dei Padri del deserto, edizione Città Nuova, 1999.