• I Il padre Zenone, discepolo del padre Silvano, disse: «Non abitare in luogo rinomato, non intrattenerti con persone famose, e non gettare mai le fondamenta per costruirti una cella» (176b; PJ VIII, 5).
• Raccontavano che il padre Zenone all’inizio non voleva mai accettare nulla da nessuno; ma coloro che gli portavano qualche dono se ne andavano rattristati dal fatto che egli non lo accettasse; altri poi venivano da lui desiderosi di portare via un piccolo ricordo di un così grande padre; e pure questi se ne andavano rattristati, perché egli non aveva niente da dare loro. «Che farò? - si disse l’anziano. Se ne vanno dispiaciuti sia quelli che vogliono portare che quelli che vogliono prendere. È meglio che faccia così: se uno mi porta qualcosa, la prendo; se uno mi chiede qualcosa, gliela do». Così facendo, trovò quiete per sé e diede soddisfazione a tutti (176c). Un fratello egiziano si recò dal padre Zenone in Siria e si accusò dei suoi pensieri davanti all’anziano. L’anziano, stupito, disse: «Gli egiziani nascondono le virtù che possiedono e si accusano sempre di debolezze che non hanno. I siri e gli elleni invece affermano di avere delle virtù che non possiedono e nascondono i difetti che hanno» (176cd).
• Vennero da lui dei fratelli e gli chiesero: «Che significa questo passo del libro di Giobbe: Il cielo non è puro innanzi a lui»? L’anziano rispose: «I fratelli hanno abbandonato i loro peccati e cercano i cieli! Questo è il senso della frase: poiché egli solo è puro, per questo disse: - Il cielo non è puro» (PJ X, 22).
• Raccontavano del padre Zenone che, mentre dimorava a Scete, uscì una volta di notte dalla sua cella per andare alla palude; ma smarrì la strada; e camminò tre giorni e tre notti, al termine dei quali si accasciò sfinito, per morire. Ed ecco, un fanciullo ritto innanzi a lui che gli porgeva del pane e un boccale di acqua dicendogli: «Alzati, mangia!». Levatosi, egli cominciò a pregare, credendo che fosse la sua immaginazione. L’altro gli disse: «Hai fatto bene». Pregò ancora una seconda e una terza volta, e l’altro ripeté: «Hai fatto bene». L’anziano si alzò infine, prese e mangiò. Quindi il fanciullo gli disse: «Sei lontano dalla tua cella tanto quanto hai camminato. Ma su, levati e seguimi». E subito si trovò presso la sua cella. L’anziano disse: «Entra, fa’ orazione con me». Ma quando l’anziano entrò, il fanciullo scomparve (177a; PJ XVIII, 7).
• Una volta il padre Zenone, mentre era in cammino in Palestina, si sedette stanco vicino a un campo di cocomeri, per mangiare. E il pensiero gli disse: «Prendine uno e mangia! Cosa c’è di male?». Ma egli rispose al pensiero: «I ladri sono condotti al castigo. Ora, mettiti alla prova, se sei capace di sopportarlo!». Si alzò e rimase per cinque giorni ritto sotto il sole ardente. Infine, dopo essersi abbrustolito, disse: «Non posso sopportare il castigo». E, rivolto al pensiero: «Se non puoi, non rubare per mangiare» (177b).
• Il padre Zenone disse: «Chi desidera che Dio esaudisca presto la sua preghiera, quando si alza e tende le mani al Signore, prima di pregare per ogni altra cosa e per la sua stessa anima, deve pregare di cuore per i suoi nemici. È per questa azione buona che Dio lo ascolterà, qualsiasi cosa poi gli chieda» (177c).
• Raccontavano di un tale del villaggio che digiunava moltissimo, tanto che lo chiamavano «il digiunatore». Il padre Zenone udì di lui e lo mandò a chiamare. Egli venne con gioia; pregarono e si sedettero. L’anziano si mise a lavorare in silenzio. Dato che non poteva parlare con lui, il digiunatore cominciò ad essere oppresso dall’accidia e disse all’anziano: «Prega per me, padre: me ne voglio andare». E l’anziano gli disse: «Perché?». Rispose: «Perché il mio cuore è come infuocato e non so cos’abbia. Quando ero al villaggio, digiunavo fino a sera, e non mi è mai accaduto così». Gli dice l’anziano: «Nel villaggio eri nutrito dalle tue orecchie. Ma va’ adesso, e d’ora innanzi mangia all’ora nona: e ciò che fai, fallo in segreto». Da quando cominciò a fare così, gli pesava anche attendere fino all’ora nona. La gente che lo conosceva diceva: «Il digiunatore è stato preso dal demonio». Egli ritornò allora dall’anziano a raccontargli tutto, e l’anziano gli disse: «Questa è davvero la via di Dio» (177cd). Fine.
Tratto da Vita e detti dei Padri del deserto, edizione Città Nuova, 1999.