Come si può concepire - si chiederà - un’unica natura posseduta da tre persone? Rispondiamo: Non dobbiamo credere che la mente umana possa comprendere e spiegare la divinità, perché il finito non può esaurire l’infinito ed è chiaro - per chi ammette Dio - che in Lui vi debbono essere dei misteri per la ragione nostra. La contraddizione e l’assurdo non vi possono essere in Dio né negli esseri; ma il mistero, ossia l’oscurità, è troppo evidente che esista per la nostra piccola intelligenza. Dio è l’Essere infinito per essenza; e noi, quando parliamo di Dio od esprimiamo i misteri della Sua vita intima, spezzettiamo necessariamente ciò che in Lui è unito e formuliamo varie proposizioni, come ad es.: «In Dio c’è un’unica natura. In Dio vi sono tre Persone. Il Padre genera il Figlio. Dal Padre e dal Figlio procede lo Spirito Santo» e così via. A quella guisa - scrive il Card. Newman - che non siamo in grado di abbracciare, con un sol colpo d’occhio, tutte le stelle del firmamento, ma dobbiamo, per far ciò, rivolgerci ora ad oriente ed ora ad occidente, e poi di nuovo rivolgerci ad oriente, guardando prima una costellazione e poi un’altra, e perdendo di vista quella e questa, per mirarne una terza; così, quando noi fissiamo l’occhio nel cielo di Dio, nella sua essenza, conosciamo di Lui una o l’altra verità in particolare, ma non possiamo cogliere con un unico atto dello spirito la sintesi delle due verità di un unico vero. Ancora. «Se noi frangiamo un raggio di luce nella molteplicità dei colori di cui consta, ciascuno di questi colori è certamente bello e piace; ma se procurate di unirli, forse non riuscirete a produrre se non un bianco sbiadito. La luce pura ed invisibile non è veduta che dai fortunati abitatori del cielo; quaggiù noi non ne abbiamo che dei semplici riflessi, quali possono provenirci da un diaframma». Pur non avendo la stolta pretesa di comprendere e di spiegare la Trinità, noi, però, possiamo avere una pallida idea dell’unica natura, partecipata dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo, in modo che le tre divine Persone siano distinte, ma non separate fra di loro e, pur essendo ciascuna di loro Dio, non siano tre Dei, ma un Dio solo. Da sant’Agostino a san Tommaso, da Lacordaire a Monsabré è nell’anima umana che si è cercato un riflesso della Trinità, giacche noi siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio. Iddio - così ragionano i teologi - è uno spirito. Il suo primo atto è, quindi, il pensiero. Ma, a differenza del pensiero degli esseri finiti, che è molteplice, accidentale, imperfetto e che perciò nasce e perisce ad ogni istante, in Dio - la cui attività è infinita e perfetta - lo spirito genera d’un sol tratto un pensiero eguale a Lui stesso, che lo rappresenta tutto intero e non ha bisogno d’un secondo pensiero, poiché il primo ha già esaurito l’abisso delle cose da conoscersi, vale a dire l’abisso dell’infinito. «Questo pensiero unico ed assoluto, primo ed ultimo nato dallo spirito di Dio - continua il Lacordaire - resta eternamente in sua presenza come una rappresentazione esatta di Lui stesso, o, per parlare il linguaggio dei Libri santi, come la sua immagine, lo splendore della sua gloria e la figura della sua sostanza. Esso è la sua parola, il suo verbo interiore, come anche il nostro pensiero è la nostra parola e il nostro verbo; ma è, a differenza del nostro, il verbo perfetto e dice tutto a Dio in una sola parola, lo dice sempre senza ripetersi mai, come san Giovanni aveva inteso nel cielo quando così incominciava il suo sublime Vangelo: “In principio era il Verbo, e il Verbo era in Dio e il Verbo era Dio”. E come nell’uomo il pensiero è distinto dallo spirito senza esserne separato, così in Dio il pensiero è distinto senza esser separato dallo spirito divino che lo genera. Il Verbo è consostanziale al Padre, secondo l’espressione del Concilio di Nicea, che non è se non l’energica espressione della verità». Ecco il Padre ed il Figlio nella natura divina; ecco il significato delle parole: «Il Figlio è generato dal Padre», è il suo Pensiero eterno, sostanziale. Ecco l’unità nella distinzione, e la distinzione nell’unità. Ecco le due prime Persone. Non basta. Anche in noi la generazione del pensiero non è il termine a cui si arresta la nostra vita spirituale. Quando abbiamo pensato, si produce in noi un secondo atto: l’amore, che ci trascina, ci spinge verso l’oggetto conosciuto; e l’amore in noi, pur essendo distinto dallo spirito e dal pensiero, procede tuttavia dall’uno e dall’altro e fa con essi una cosa sola. È ciò che troviamo in Dio. Dalle relazioni tra Dio e il suo Pensiero eterno abbiamo l’Amore, con cui le due prime Persone si amano: e questo Amore infinito, perfetto, sostanziale fra il Padre ed il Figlio, si chiama lo Spirito Santo, che procede dal Padre e dal Figlio, è distinto da Essi e pur è con Essi un Dio solo. Le persone in Dio non sono altro se non le relazioni sussistenti mutue fra Dio, il suo Pensiero e il suo Amore (non comuni a due Persone, come la spirazione propria del Padre e del Figlio rispetto allo Spirito Santo). Non solo, quindi, il Padre, ma anche il Figlio è Dio, perché il Pensiero di Dio si identifica con Dio; e lo stesso si ripeta dello Spirito Santo, perché l’Amore eterno di Dio è Dio stesso; e tuttavia non vi sono tre Dei, ma uno è Iddio. Si capisce altresì che il Padre che genera non è il Figlio generato, né lo Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio, come da unico principio; il generare, l’essere generato ed il procedere per via di amore sono tre proprietà differenti e non confondibili. Ma - a parte queste proprietà e relazioni - tutto è comune alle tre Persone: la natura divina e, conseguentemente, l’intelligenza, la volontà, la potenza, la maestà, le operazioni all’infuori della sua vita intima, sia nel mondo della materia, come nel mondo dell’anima. Soltanto per appropriazione si attribuiscono al Padre le opere della potenza, al Figlio quelle della sapienza, allo Spirito Santo quelle della santificazione; solo, cioè, per ricordare più facilmente le proprietà personali del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, per onorare così ed adorare le tre divine Persone.

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