Volontarismo è un sistema o una tendenza filosofica ad accentuare la funzione della volontà. Esso è generalmente in antitesi con l’intellettualismo. Platone, nonostante l’esaltazione del suo mondo noetico, assegna il primato all’idea sussistente del Bene e crea la dialettica dell’amore per la conquista del Bene e del Vero. Attraverso Plotino egli influisce sul pensiero di sant’Agostino, che, pur essendo intellettualista, accentua l’attività e l’importanza della facoltà appetitiva ed affettiva. A lui si ricollega san Bonaventura e la Scuola Francescana, che afferma il primato della volontà in questa vita e nell’altra e ad essa subordina l’intelletto. Sotto l’influsso di Aristotele invece si sviluppa la corrente intellettualistica che fa capo a san Tommaso, il quale sta per il primato dell’intelletto, riponendo la beatitudine essenzialmente in un atto di conoscenza o di contemplazione intuitiva, mentre Scoto la ripone in un atto di amore. L’Intellettualismo e il Volontarismo della Scolastica non sono due sistemi opposti, che si escludano a vicenda, ma due atteggiamenti, due tendenze nell’indagine della stessa verità e nella costruzione dei sistemi dottrinali. San Tommaso ha belle pagine sulla volontà e sull’amore, come Scoto sull’intelletto e sulla verità. Nell’età moderna, invece, sorgono correnti esclusivistiche d’Intellettualismo e di Volontarismo. Kant (v. Kantismo) apre la via a questo contrasto quando cerca di ricostruire nella Critica della ragion pratica per via di volontà, di sentimento e di fede ciò che ha distrutto nella Critica della ragion pura. Dalla ragione pratica kantiana deriva il fideismo di Herder e di Jacobi e il sentimentalismo di Schleiermacher. In Arturo Schopenhauer (+ 1860) domina il concetto d’una Volontà come appetito cieco inintelligente ed inintelligibile, che nell’uomo si manifesterebbe come volontà di vivere sempre insoddisfatta (Pessimismo); analoga la filosofia di E. Hartmann (+ 1906) che come principio della vita dell’universo pone una Volontà inconscia alogica, sempre avida d’una felicità irraggiungibile. Contro questi due pessimisti, il Nietzsche (+ 1900) afferma il suo Volontarismo ottimistico con la teoria del Superuomo, che deve lottare e trionfare sui deboli e gl’inetti. Anche G. Wundt (+ 1920), celebre psicologo, riduce la vita dell’uomo e dell’universo a una Volontà universale, che si evolve e si trasforma perennemente in realtà. Sul terreno religioso la tendenza volontaristica si manifesta nel Prammatismo (v. questa voce) e anche nella filosofia dell’azione di Blondel. Il Volontarismo esagerato, come negazione della dignità e della funzione dell’intelletto, non è conciliabile con la dottrina cattolica.