Libero esame è il principio fondamentale del Luteranesimo. Tolta di mezzo l’autorità della Chiesa e il suo infallibile Magistero, Lutero mette il credente davanti alla Bibbia come unica fonte e unica norma della sua fede. Tra Dio e l’uomo nessun intermediario; il fedele perciò s’accosta ai Libri Sacri, li legge, li esamina liberamente e ne trae la verità da credere e la legge da osservare. Ma ben presto lo stesso Lutero s’accorse del pericolo implicito in quel principio: quando vide moltiplicarsi le opinioni e le tendenze secondo l’arbitrio individuale dei fedeli, egli alzò la voce per imporre il suo credo, senza badare all’incoerenza del suo modo d’agire; anzi ricorse al braccio secolare dei Principi. Ma il libero esame aveva conquistato le coscienze e produceva i suoi frutti amari: al disprezzo dell’autorità ecclesiastica succedeva il disprezzo per ogni autorità, la ribellione ad ogni legge e ad ogni principio imposto dall’esterno. Il libero pensiero fino all’assurdo e tutta la marea demagogica, che infesta il secolo XVIII e XIX, hanno la loro prima radice nel libero esame luterano. Sul terreno religioso questo principio funesto ha prodotto le innumerevoli sette protestanti, di cui nessuna forza riesce più ad arrestare il processo di cariocinesi. Il libero esame non ha alcun fondamento nella sacra Scrittura, anzi vi è escluso per l’istituzione del Magistero della Chiesa. [Dal Piolanti, Parente, Garofalo, Editrice Studium, Roma, Imprimatur 6 Junii 1952, pagina 195].