Setta di religiosi vaganti del sec. XIII-XIV, derivata probabilmente dalla tendenza rigorista rappresentata nell’Ordine Francescano dai cosiddetti Spirituali contrastati dai Conventuali, di più larghe vedute. La storia dei Fraticelli è molto oscura e complicata: c’entrano Papi, con differenti atteggiamenti, e Prìncipi, sono in giuoco controversie teologiche, ascetiche, politiche e giuridiche. Qui basti ricordare che i Fraticelli sorti già al tempo di Niccolò III, si affermarono con la benedizione e la protezione di Celestino V, caddero in disgrazia presso il successore, Bonifacio VIII; attraverso lotte e agitazioni arrivano al pontificato di Giovanni XXII (1316), il quale volle tagliare corto sciogliendo la setta e condannandone gli errori. Da questa condanna (Costituzione «Gloriosam Ecclesiam») possiamo desumere i principali errori dei Fraticelli, che avranno ripercussioni sulle eresie dei secoli seguenti. Anzitutto i Fraticelli sono spiriti indipendenti e ribelli all’autorità della Chiesa; per giustificarsi essi hanno inventato la teoria delle due chiese: una carnale, ricca, corrotta con a capo il Papa; l’altra spirituale, povera, pura e santa di cui fanno parte i Fraticelli e i loro seguaci. I Preti e i Vescovi macchiati di peccato perdono la potestà di amministrare i Sacramenti e quella di governare. L’Evangelo e le promesse di Cristo si realizzano solo nella famiglia dei Fraticelli. Il Sacramento del matrimonio è detestabile; la fine del mondo è vicina. Sembra che i Fraticelli abbiano subito l’influsso di altre sette, indulgendo un po’ al sensualismo. Sul terreno sociale questa setta ha contribuito, più o meno direttamente, a fiaccare il diritto di proprietà, criticando il lusso e le ricchezze della Chiesa ufficiale. I Fraticelli condannati non disarmarono: ancora nel sec. XV essi vanno spargendo errori e attizzando sommosse, specialmente in Italia.