In senso proprio è l’integrità fisica degli organi della generazione. Più volte la verginità di Maria fu bersaglio di eretici: prima i Giudei sparsero favole nefande sulla concezione e la nascita di Gesù: li seguirono Cerinto e Celso. Più tardi, nel IV secolo, gli Antidicomarianiti confutati da Epifanio. Gioviniano, condannato nel Sinodo romano del 390, Borioso, riprovato dal Papa Siricio, Elvidio, impugnato da San Girolamo, Luterani e Sociniani fanno eco agli antichi errori; i Razionalisti moderni ritengono un mito la verginità di Maria. È verità di fede cattolica che la Madonna rimase sempre vergine perfetta prima del parto, nel parto e dopo il parto. Nel Simbolo apostolico: «Nato da Maria Vergine»; nelle antichissime liturgie è frequente il titolo di «Maria semprevergine». Nel Conc. Romano del 649 (sotto Martino I) si definisce Maria «Immacolata, sempre vergine, che concepì senza seme virile e rimase intatta anche dopo il parto» (DB. 256). Nella Scrittura: Isaia 7, 14: «Ecco che una vergine concepirà e partorirà un figlio e lo chiamerà Dio-con-noi». Il testo è certamente messianico e quindi la vergine è Maria: in ebraico si legge àlma oppure ha ’halmah che i Razionalisti vorrebbero tradurre giovane, non vergine, che corrisponderebbe all’altra voce bethulla oppure: betûllah. Ma l’uso biblico giustifica il senso «vergine» per la prima voce, come del resto appare dalle versioni (i Settanta traducono vergine). Il contesto richiede quel senso perché vi si predice un evento prodigioso. Nel Vangelo si cita questa profezia (Mt. 1, 18-23) e si narra con particolari precisi la verginità della concezione di Gesù, per virtù dello spirito Santo. Gesù «putabatur» figlio di Giuseppe (Lc. 3, 23). Luca con delicate sfumature fa indovinare che il parto di Maria non intaccò la sua verginità (2, 7). I Padri vedono la verginità di Maria dopo il parto nella profezia di Ezechiele 44, 2: «Questa porta rimarrà chiusa, nessuno passerà per essa, perché vi è entrato il Signore Dio di Israele». Tutta la Tradizione è concorde nel difendere la verginità perpetua di Maria: S. Agostino afferma per tutti (Sermo 186): «Concipiens virgo, pariens virgo, virgo gravida, virgo feta, virgo perpetua». La ragione teologica sta nella divinità del Verbo e nella maternità divina di Maria, cui ripugnava ogni corruzione. Né fa difficoltà il titolo Primogenito dato a Gesù: consta da documenti che questa parola significava il primo nato, anche se non vi fossero altri figli. I fratelli di Gesù, di cui si parla nel Vangelo (Mt. 12, 46; Lc. 8, 18) nell’uso ebraico non sono che i parenti.