Nobile giudeo, appartenente al Sinedrio. È celebre il suo incontro notturno con Gesù. L’ora scelta rivela la sua paura dei Giudei; mentre le parole che egli pronunzia manifestano la profonda impressione prodottagli da Gesù. Nicodemo appare un fariseo osservante, retto, alieno dalla mentalità meschina di molti Farisei suoi contemporanei, ma influenzato dalla concezione corrente di un Messia nazionalista. Il divin Redentore nel colloquio confuta i punti di tale erronea concezione: il regno di Dio è di natura spirituale, e si richiede pertanto, per entrarvi, una rinascita spirituale; non è un privilegio della razza giudaica; il Messia compirà la sua missione soffrendo e morendo crocifisso. Nicodemo è detto «capo» o «comandante» dei Giudei, senza dubbio nel significato di nobile o di persona rispettabile. Quale membro dell’aristocrazia faceva parte del Sinedrio (Io., 7, 50). Egli era noto anche per la sua dottrina; era «maestro in Israele» (ibid., 3, 10). Rimase simpatizzante ma non osò divenire apertamente discepolo di Gesù. Più tardi, però, quando si discuterà fra Farisei e sacerdoti sul modo e sulle possibilità di eliminare Gesù, Nicodemo ha il coraggio di pronunziare una timida difesa: «Forse che la nostra legge condanna un uomo senza che prima l’interroghi e conosca che cosa fa?». Bastò per adontare i suoi colleghi, che ribatterono: «Forse che anche tu sei della Galilea? Informati ed impara che non sorge profeta dalla Galilea» (Io. 7, 50 s.). Dopo la morte di Gesù, Nicodemo aiuta Giuseppe d’Arimatea a seppellirne il cadavere. Egli vi contribuì con 100 libbre (= 32 kg. ca.) di mirra e di aloe (ibid., 19, 39 s.). Quanto si legge negli Apocrifi è incerto. Esiste perfino un Vangelo di Nicodemo od Atti di Pilato e Discesa del Cristo agli inferi. Secondo una tradizione Nicodemo sarebbe convertito al cristianesimo. Il suo nome si legge nel Martirologio Romano (3 agosto), perché il suo corpo sarebbe stato trovato insieme a quello di Santo Stefano (cf. Epistula Luciani ad omnem Ecclesiam; PL 41, 807-15).
Dal Dizionario biblico, Mons. Francesco Spadafora - pace all’anima sua! - Studium, Roma, 1955.