Queste, credeteci, sono le reali ragioni per cui si prendono di mira i veri religiosi. Diciamolo chiaramente, non ha nulla a che fare con l’economia (... non lavorano), con la pubblica utilità (... sono un peso), con la vita onesta (... sono disonesti); non ha nulla a che fare con l’ordine civile (... sono sovversivi), coll’indottrinamento (... insegnano superstizioni), col progresso (... sono oscurantisti); finalmente non ha nulla a che fare con la condotta (... sono peccatori, dicono gl’ipocriti). Tutte solamente torbide mascherate. Le passioni sole, soprattutto l’odio alla religione, ne sono la vera causa. E non solo i laici, ma quanti altri sedicenti “religiosi” - oggigiorno - così mondani ed increduli, tanto da asserire che “tutte le religioni sono buone” - scandalizzatori, con le loro disdicevoli azioni, di popoli interi - prendono di mira gli uomini di Dio? È tutto solo odio a Gesù Cristo, alla vera religione, sfogo di passioni e frustrazioni. La presenza dei religiosi - avverte il Padre Franco in «Risposte popolari alle obiezioni più comuni contro la religione», Roma, Civiltà Cattolica, 1864, ed IV, pag. 361 - è un «impedimento alle trame degli iniqui», i quali sono ben consapevoli che «devono liberarsi dagli occhi di questi molesti oppositori», affinché «le macchinazioni degli iniqui stessi valgano a travolgere le plebi nelle congiure e nelle infedeltà». Cosicché ogni iniquo cospiratore odia l’uomo di Dio, «perché la sua sola presenza metterebbe a rischio l’efficacia delle sue trame e congiure». Purtroppo oggi, anche nelle vene della Chiesa stessa, come vuole l’infausta «Alta Vendita», tutti i macchinatori di incredulità, che pretendono cancellare il Santissimo Sacrificio ed i nostri santi dogmi e martiri, come stanno agendo: se non cacciando gli uomini di Dio, sostituendoli con pusillanimi increduli, privi di dignità? Dovunque l’iniquità voglia proliferare, «è parola d’orine di prendere di mira i veri religiosi», di screditarli, di scacciarli. Di allontanare dalla religiosità i popoli: servendo scandali su piatti d’argento.
La vista dei veri religiosi è una «giustificazione», è una «prova innegabile di tutta la fede cristiana, perché in essi si vede, già solo allo sguardo, attuata la vita soprannaturale della grazia e la perfezione evangelica che Gesù Cristo insegnò». Cosicché «coloro che detestano l’opera di Gesù Cristo», apertamente o dietro caduche recite, come fanno i novatori e, con loro, tutti i falsi filosofi, «non possono tollerare che essa sia sempre, in tutto il suo vigore ed in tutta la sua perfezione, sotto lo sguardo dei cristiani». La vista degli uomini di Dio «è un rimprovero tacito sì» - aggiunge il Padre Franco - «ma gagliardissimo a tutti quelli che vivono male». E tutti i villani attentano criminosamente all’onore dei veri religiosi. La mortificazione dei religiosi «confonde la sensualità altrui». La povertà, la pazienza e l’obbedienza dei religiosi «sono condanne delle ingiustizie, dei furori, dei principii d’insubordinazione, di rivolta proprii di questa età». Tutto questo i viziosi lo vedono, «così si indignano e fremono, e, per levarseli dagli occhi, muovono cielo e terra». La vista dei religiosi è soprattutto «per i dissoluti una spina continua nel cuore». Essi sanno che «dove trova credito il religioso, non possono predicare a man salva le amate loro dottrine della riabilitazione della carne, del diritto ai godimenti animaleschi, di tutte siffatte turpitudini». In presenza di un uomo di Dio, «non trovano chi aderisca facilmente alle loro immondezze».