In questi giorni in cui l’immagine del divino Fanciullo, disceso dal cielo per salvare il mondo, attira invincibilmente i cuori degli uomini, è per Noi una gioia particolare di ricevervi e di manifestarvi la Nostra stima e il Nostro affetto. Voi celebrate il decimo anniversario di fondazione del «Centro Oratori Romani», alla cui opera ammirabile consacrate il vostro zelo. Nelle parrocchie popolari della Città e nelle borgate della periferia voi dirigete più dì cinquanta centri presentemente attivi, vi adoperate a iniziare migliaia di fanciulli ai più soavi misteri del cristianesimo, infiammate i loro cuori col desiderio di ben fare, di divenire migliori, di mostrarsi amici sempre più ferventi di Gesù e di Maria. Sottraendoli ai pericoli dell’ozio e delle cattive compagnie, procurate loro sani divertimenti e mille occasioni di formare il loro spirito, di apprendere a ben condursi, a divenire uomini penetrati di principi religiosi solidi e profondi; lungi dal non ritenere degli anni della loro infanzia che ricordi di amarezza, essi conserveranno così per tutta la vita le benefiche impressioni della vostra dedizione, dei vostri consigli e della vostra sollecitudine. Perciò Noi vorremmo che voi foste sempre più persuasi della importanza che diamo all’opera vostra. L’insegnamento religioso, specialmente quando s’indirizza a giovani menti, non può contentarsi dì esporre in lezioni astratte le verità della fede e le regole della morale cristiana; esso deve inoltre guidare incessantemente, nel modo il più possibile adeguato e concreto, tutte le attività del fanciullo, dell’adolescente, suggerirgli la maniera di comportarsi nelle difficoltà, attrarlo con l’esempio e con la emulazione tra i migliori, sostenerlo nel suo sforzo per prevenire la stanchezza e lo scoraggiamento. Voi vi studiate di praticare questa costante esortazione nelle forme più diverse, utilizzando quasi a sostegno le solennità e le feste liturgiche che nutriscono e stimolano la pietà. Perciò avete disposto nel corso dell’anno un ciclo di intraprese, di concorsi, di tornei, atti a rinnovare continuamente l’interesse per le manifestazioni della vita cristiana.
Soprattutto in questo tempo natalizio la cara consuetudine del presepe vi offre una felice occasione di penetrare nelle famiglie e di accertare in esse l’azione dolce e profonda di questo mistero, azione che la vostra ingegnosità saprà rendere sempre più efficace e più estesa. Ma il lavoro degli Oratori, se mira innanzi tutto ai fanciulli che li frequentano, giova anche a quegli stessi che vi si dedicano. In questo campo così consolante di apostolato essi trovano la possibilità di mettere in valore i loro talenti e le loro energie umane e soprannaturali, e di accrescere la loro conoscenza e il loro amore verso Gesù Cristo e la Chiesa. E primieramente è certo che il vostro apostolato richiede un senso cristiano solido e vivo. Quanti giovani e adulti, che si dicono cattolici, si contentano di adempiere i loro doveri immediati, di soddisfare agli obblighi strettamente necessari per assicurare la salvezza dell’anima! Ciò significa avere una idea molto imperfetta della natura e delle esigenze della religione cattolica. Questa è essenzialmente apostolica; vuol conquistare a Gesù Cristo tutte le anime, degli umili e dei potenti, dei poveri e dei ricchi, dei giovani e dei vecchi; vuol far conoscere e amare il Signore sempre e dappertutto! Chi non prova questa ardente aspirazione, questo desiderio incessante di comunicare ad altri i tesori intimi della sua fede, non corrisponde veramente a quel che la Chiesa attende dai suoi figli devoti. Non già il coraggio esteriore e splendido delle azioni di grido, oggetto di ammirazione e di elogio, ma l’opera paziente delle umili cose rinnovate con perseveranza, e di cui forse nessuno si accorgerà. Per consacrare le ore libere a preparare le riunioni, il catechismo ed i giuochi, per rinunziare ai propri comodi e dedicarsi a divertire ed istruire ragazzi irrequieti, capaci di mettere a dura prova la virtù dei loro direttori, per fare tutto questo non durante qualche giorno, ma per mesi ed anni bisogna saper praticare l’oblio di sé e nutrire un’alta stima di quelle anime, che portano la somiglianza di Cristo e che la Chiesa avvolge con materna tenerezza. Voi avete inoltre potuto persuadervi che affine di assicurare all’opera vostra frutti seri e durevoli, è necessario di compierla il più perfettamente possibile. Soprattutto l’insegnamento della religione esige in chi vi si dedica una convinzione profonda; si tratta di vivere intensamente le verità che si vogliono comunicare; altrimenti le parole, che le labbra pronunziano, cadono senza forza né calore, impotenti a commuovere e a persuadere; lo sguardo perspicace del fanciullo scoprirà agevolmente se i vostri atti sono conformi ai vostri insegnamenti. Abbiate dunque innanzi tutto cura di mostrare una assoluta sincerità; per far meglio comprendere la vita cristiana, sforzatevi di possederla voi stessi con maggior abbondanza, d’investigare le sue ineffabili ricchezze, di obbedire coraggiosamente alle sue esigenze, di accettare valorosamente i sacrifici che essa propone. Formatevi altresì una buona preparazione tecnica; cercate di perfezionare senza sosta i vostri metodi, di accrescere la loro efficienza. Anche se i vostri mezzi sono modesti, traetene profitto con abilità. Se sopravvengono cattivi risultati — e che cosa vi è di sorprendente, se talvolta essi non corrispondono agli sforzi compiuti? —, ricercate le loro cause, mettete a profitto l’altrui esperienza. Giammai non dovete credere di essere in possesso del metodo definitivo; se volete restare sempre idonei e attraenti, dovrete operare in voi un rinnovamento costante, che vi preserverà dal cadere nell’abitudine delle ,formule facili, ma poco efficaci. Noi non ignoriamo, diletti figli, quel che significa il peso materiale e morale del «funzionamento» di oltre cinquanta oratori. Ma il Signore vede le fatiche a cui non vi sottraete, e le ricompenserà con la copia delle sue grazie e con quella intima consolazione che ben conoscono i veri apostoli, anche in mezzo alle sollecitudini e alle difficoltà. Augurando ai vostri Oratori di svilupparsi sempre più sotto la protezione del Bambino Gesù e della sua Santissima Madre, impartiamo a voi tutti, e ai fanciulli affidati alle vostre cure, la Nostra paterna Apostolica Benedizione.
[Discorso di Sua Santità Papa Pio XII ai componenti del Centro Oratori Romani, 31 dicembre 1955. Da Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XVII, Diciassettesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1955 - 1° marzo 1956, pp. 453 - 455, Tipografia Poliglotta Vaticana].