Dio provvidentissimo che, nell’ammirabile disegno del suo amore, innalzò sin dal principio il genere umano a essere partecipe della divina natura e che poi, tràttolo dalla colpa e dalla rovina comune, ristabilì nella primitiva dignità, gli conferì per questo un singolare aiuto, per manifestargli in modo soprannaturale i misteri della sua divinità, della sua sapienza e della sua misericordia. Sebbene infatti nella divina rivelazione siano comprese anche cose non inaccessibili all’umana ragione, e tuttavia rivelate agli uomini «perché si potessero da tutti conoscere con più prontezza, con ferma certezza e senza mescolanza di errori, non per questo però si può affermare che la rivelazione sia assolutamente necessaria, ma perché Dio, nella sua infinita bontà, ordinò l’uomo ad un fine soprannaturale». Questa «rivelazione soprannaturale, secondo la fede universale della Chiesa», è contenuta sia «nelle tradizioni non scritte», sia anche «nei libri scritti» che vengono chiamati sacri e canonici, perché, «essendo stati scritti sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, hanno Dio per autore e come tali sono stati affidati alla Chiesa». Questo certamente, riguardo ai libri dell’uno e dell’altro Testamento sempre ha ritenuto e apertamente professato la Chiesa: ben noti sono gli importantissimi documenti antichi, nei quali si afferma che Dio, il quale parlò prima per mezzo dei Profeti, poi egli stesso e quindi per bocca degli Apostoli, è anche autore delle Scritture che sono chiamate canoniche, e che sono oracoli e locuzioni divine, una lettera inviata dal Padre celeste trasmessa per mezzo degli autori sacri al genere umano, peregrinante lontano dalla patria. Essendo quindi così grande l’eccellenza e la dignità delle Scritture da rivendicare quale autore lo stesso Dio, e contenendo i suoi altissimi misteri, disegni e opere sue, ne consegue che anche quella parte della sacra teologia, che riguarda la difesa e l’interpretazione dei Libri divini, è di un’eccellenza e utilità grandissima. Utilità multiforme della Sacra Scrittura e stima che sempre ne ebbe la Chiesa.

Noi quindi, come curammo, non senza frutto, con l’aiuto di Dio, di far progredire, con frequenti lettere ed esortazioni, alcuni altri generi di discipline che sembravano poter molto giovare all’incremento della gloria divina ed alla salvezza del genere umano, così già da lungo tempo pensavamo di spronare e raccomandare questo studio altissimo delle sacre Lettere e dirigerlo anche più conformemente alle necessità dei tempi presenti. Ci sentiamo mossi e spinti dalla sollecitudine del nostro ufficio apostolico non solo a desiderare che in modo sempre più sicuro e abbondante si renda manifesta, per l’utilità del gregge del Signore, questa fonte della rivelazione cattolica, ma ci sentiamo anche spinti a non tollerare che venga violata in alcuna parte da coloro che con empia audacia inveiscono apertamente contro la sacra Scrittura, o tramano a suo danno ingannevoli o imprudenti innovazioni. Prosegue ...

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