Comanda san Pio X nella sua Enciclica Il Fermo Proposito del giorno 11 Giugno 1905: «Col Nostro Motu proprio del 18 Dicembre 1903 abbiamo dato all’azione popolare cristiana, che in sé comprende tutto il movimento cattolico sociale, un ordinamento fondamentale che fosse quasi la regola pratica del lavoro comune ed il vincolo della concordia e della carità. Qui dunque ed a questo scopo santissimo e necessarissimo devono anzitutto aggrupparsi e solidarsi le opere cattoliche, varie e molteplici nella forma, ma tutte egualmente intese a promuovere con efficacia il medesimo bene sociale. Ma perché quest’azione sociale si mantenga e prosperi con la necessaria coesione delle varie opere che la compongono è soprammodo importante che i cattolici procedano con esemplare concordia tra loro; la quale per altro non si otterrà mai, se non vi ha in tutti unità di intendimenti. Su tale necessità non può cadere dubbio di sorta alcuna; tanto chiari ed aperti sono gli insegnamenti dati da questa Cattedra Apostolica, tanta la viva luce che vi hanno sparso intorno coi loro scritti i più insigni tra’ cattolici d’ogni paese, tanto lodevole esempio che più volte, anche da Noi medesimi, si è proposto ai cattolici di altre nazioni, i quali appunto per questa concordia ed unità di intendimenti, in breve tempo hanno ottenuto frutti fecondi e assai consolanti». Nel Motu proprio del 18 dicembre 1903, Fin dalla Prima, Papa Sarto raccomanda «sopra tutto l’unione e la concordia», tuonando di non poter «ora tacere». In seguito citeremo tutti principii di questo importantissimo documento di dottrina sociale e, «poiché le divergenze di vedute nel campo pratico mettono capo assai facilmente in quello teoretico, ed anzi in questo necessariamente devono tenere il loro fulcro, è d’uopo rassodare i principii, onde tutta dev’essere informata l’azione cattolica».
Nella lettera Cum proxime exeat (A.A.S. XXV, 1943, pag. 101), diretta alla Gioventù Maschile, ma certamente a tutta l’Azione Cattolica, Papa Pio XII afferma: «Si amino tra loro di amore cristiano, come fratelli, e animati dello stesso zelo di apostolato, siano tra di loro di vicendevole esempio. [...] Con impegno ogni giorno maggiore sforzatevi di mantenere salda la concordia e l’unione degli animi, senza di che nulla può conservarsi a lungo, nulla tornare fruttuoso. Alimentate e rafforzate una strettissima unione con i Vescovi, e, sopra tutto, con il Romano Pontefice, il che è sicuro pegno di successo. “Vi scongiuro... che diciate tutti lo stesso... che siate perfetti nello stesso sentire e nello stesso pensare” (I Corinti, I, 10)». Oggi, complici la superbia, l’ignoranza e la conseguente crisi innescata dai principi liberali del vaticanosecondismo, possiamo facilmente notare che questa «strettissima unione» e questo «buon esempio» auspicati dal Pontefice sono davvero rari e, addirittura, che il Papato non è più ritenuto, soprattutto da molti sedicenti tradizionalisti, «sicuro pegno di successo» e «viva luce», bensì un istituto semplicemente umano contro cui vomitare ogni sorta di contumelia. Papa Pio XI asserisce: «Al momento in cui le forze del male si riuniscono per meglio prendere il volo e slanciarsi all’attacco nulla sarà più pericoloso che la dispersione e l’isolamento, ed è al contrario di grande necessità, diremo anzi di stretto obbligo, serrare le file e darsi strettamente la mano, facendo appello ai tesori delle energie spirituali che le virtù cristiane mettono a disposizione di tutte le buone volontà, per fare i sacrifici che la causa comune esigerà. Questo è tanto più necessario, ed i sacrifici richiesti devono essere accettati tanto più volentieri, in quanto i Cattolici non ignorano le fonti inesauribili e sempre nuove di cui la Chiesa è fortunata depositaria per la soluzione di ogni questione sociale, morale, religiosa, in ogni tempo e in ogni luogo, grazie alle infallibili dottrine di Colui che solo ha parole di vita eterna e può, nella confusione delle idee e passioni che agitano la Società, ridare luce agli spiriti e pace alle masse. L’eterna verità dei principii che sono alla base del Cristianesimo: la grande elasticità con la quale il Vangelo si è sempre “adattato” ai progressi ed alle diverse condizioni di vita date alla Umanità nel corso dei secoli, sono la miglior garanzia della perfetta modernità sociale del Cattolicesimo; e la lunga serie dei Documenti Pontifici riguardanti i problemi di questa specie ne è la prova più evidente». (Pio XI, Annonce du VI Congrès, 2 settembre 1936; cf. Dizionarietto, cit., pag. 183).
A cura di CdP