Crediamo far cosa grata al lettore presentando qui riassunti quelli che ci sembrano i punti capisaldi della Questione Galileiana. 1. La teoria di Copernico — in quanto ipotesi scientifica — non fu né prima né dopo ripudiata dall’Autorità Ecclesiastica. 2. Ciò che decise l’intervento di questa fu l’essersi tratta in campo la Sacra Scrittura, con interpretazioni diverse dalle tradizionali. 3. Motivo predominante dei due processi fu la difesa da un pericolo che dalle nuove interpretazioni — in dipendenza del nuovo sistema astronomico — sembrava crearsi al contenuto della fede. 4. Le prove scientifiche addotte da Galileo a favore del nuovo sistema non erano rigorosamente dimostrative; qualcuna anzi interamente errata. 5. Chi qualificò di eretiche o quasi tali, le due tesi copernicane, non furono i giudici responsabili, ma i consultori, cioè come diremmo oggi, gli esperti. 6. Gli esperti, nel loro parere, si ingannarono quanto al fatto, ma videro giusto quanto all’insufficienza delle prove addotte. 7. I giudici dei due Tribunali, sul parere degli esperti, condannarono non il sistema, ma chi ne aveva asserita la certezza scientifica. 8. La responsabilità della condanna rimane ai giudici dei due Tribunali e non ricade sulla Chiesa o sul Papa in quanto tali. 9. L’infallibilità del Magistero della Chiesa è fuori questione. 10. Galileo fu direttamente in causa solo nel secondo processo, per esser venuto meno, di fatto, a precisi impegni da lui assunti in occasione del primo processo; è falso che sia stato torturato o trattato in modo inumano. 11. Se in margine ai due processi ci fu della passione e della animosità, ciò non può attribuirsi ad una sola delle due parti. 12. I Gesuiti non furono gli ispiratori della condanna. 13. La condanna non influì sensibilmente ad arrestare il progresso scientifico nei paesi cattolici. 14. Ben più dure barriere si ergevano spesso nei paesi protestanti. 15. Non è cosa leale rimontare ad un fatto di vari secoli addietro, per farne ancora pesare la responsabilità sulla Chiesa di oggi. Fortunato quel Tribunale, il cui ultimo errore, se tale lo si vuole, risalga tanto addietro! Buona lettura …
Per inviare una donazione a Sursum Corda Cliccare qui. «Nessuno al mondo vorrà mai ammettere di essere avaro! Tutti negano di essere contagiati da questo tarlo che inaridisce il cuore. Chi adduce a scusa il pesante fardello dei figli, chi la necessità di crearsi una posizione solida... Quelli poi che sono avari più degli altri, non ammetteranno mai di esserlo, e il bello è che, in coscienza, sono proprio convinti di non esserlo! L’avarizia è una febbre maligna, che più è forte e bruciante e più rende insensibili» (San Francesco di Sales, «Filotea»). Per scaricare il PDF ocr cliccare qui.
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