Alla Santissima Vergine Maria: che disperda tutti gli errori ed ottenga lume di verità a tutti gli erranti. Sotto il titolo posto in fronte di questo libro pubblico ora la prima parte di una serie di lettere che io scrivevo, or fa un anno, per uso privato di certi giovani. Quale ne sia stata l’occasione ed a che scopo fossero dirette, è già detto nella prima di esse, che serve di introduzione alle altre. Io prendevo a svelare le origini occulte e certe occulte attinenze dell’odierno movimento modernista, quale viene espresso nel «Santo» di Fogazzaro, del quale allora si faceva tanto parlare per la recente condanna. Credo però che questo scritto, sebbene esca un poco tardi alla luce, non sia per mancare di novità, giacché sotto questo aspetto particolare dei rapporti che le dottrine espresse nel «Santo» e comuni più o meno ai modernisti, hanno con le dottrine di certi occultisti, non so che l’argomento sia stato finora toccato da altri, se si eccettui qualche cenno, fatto da persone con le quali ebbi, in questo frattempo, occasione di parlare di ciò che adesso metto in luce. Oltre di che, alle cose più recenti ho cercato di supplire con molte note e con un’appendice posta alla fine del libro.
Il titolo «Occultismo e Modernismo» esprime appunto i rapporti che intendo svelare del modernismo con certe sette di occultismo; nome che si estende a tutte quelle società, che, professando di occuparsi nell’investigare le leggi e le forze occulte della natura, avvolgono insieme di arcano le loro dottrine più riserbate, comunicandole solo agli iniziati sotto il segreto. Tra le quali società perché io prenda di mira in modo speciale la teosofia, vedrà il lettore fin dalla prima di queste lettere. Né la parola «Modernismo» è posta qui a caso: giacché (nonostante le proteste in contrario del Fogazzaro a Parigi) meglio di ogni altra esprime quale movimento che, sotto speciosi titoli di riforme e di progresso, null’altro pretende alla fine che adattare le dottrine rivelate alla mentalità moderna dei moderni scredenti (scettici, atei, eccetera …). Possano queste mie lettere giovare non solo ai cattolici sinceri, rappresentati in quell’Alfredo a cui scrivo, ma altresì a tante e tante anime illuse, alle quali vorrei svelare l’abisso in cui sono trascinate.
Se la difesa della verità cattolica, che ogni credente deve amare sopra la vita, mi ha fatto usare talora parole che ad alcuno sapranno di amaro, non vi è però amarezza nel mio cuore verso le persone, ma un desiderio grande invece della loro salute. Dall’altezza di questo colle sacro a Maria, rivolgo a Lei una preghiera piena d’amore per quanti leggeranno queste mie parole e per quelli massimamente contro i cui errori esse combattono.
Dal Santuario di Monte Berico. Vicenza, 25 agosto 1907. Giacinto Ambrosini S.J.
Per inviare una donazione Cliccare qui. «Nessuno al mondo vorrà mai ammettere di essere avaro! Tutti negano di essere contagiati da questo tarlo che inaridisce il cuore. Chi adduce a scusa il pesante fardello dei figli, chi la necessità di crearsi una posizione solida... Quelli poi che sono avari più degli altri, non ammetteranno mai di esserlo, e il bello è che, in coscienza, sono proprio convinti di non esserlo! L’avarizia è una febbre maligna, che più è forte e bruciante e più rende insensibili» (San Francesco di Sales, «Filotea»). Per scaricare il PDF cliccare qui.
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