Predicando una volta in Bretagna, San Vincenzo Ferreri predisse la venuta di un missionario poderoso, «che l’Onnipotente farà nascere in tempi ancor lontani». Quasi tre secoli erano trascorsi, e nessuno pensava ormai a quella profezia, quando nacque nella cittadella bretone di Montfort, dalla nobile famiglia dei Grignion, uno dei missionari più travolgenti che il Signore abbia mandato sulla terra: San Luigi Maria. Settantasette anni dopo la sua morte, egli trascinava sempre il cuore dei Vandeani, che nel 1793 ingaggiavano battaglia contro le armate infernali della Rivoluzione francese al canto degli inni religiosi composti e insegnati da lui. La vita di questo Santo si presenta, a chi vi si affacci, come la vetrata di una cattedrale gotica: istoriata di narrazioni meravigliose, risplendente di colori vividi e forti, tutta intrisa di una luce soprannaturale. Diremmo che è un Santo d’altri tempi, se i Santi non fossero al di sopra del tempo, fissi come aquile nel fulgore di Dio, e se il suo tempo non fosse tragicamente simile al nostro, come il nostro segnato dal marchio dello scisma latente e dell’eresia palese. Il fatto è che San Luigi Maria aveva molto timore di Dio, ma nessun timore del mondo.
Consentire al browser di scaricare le pagine dal nostro server. Il tempo del download può variare in base alla velocità della connessione internet dell’utente. In caso di utilizzo della presente Opera digitalizzata è gradita la menzione alla fonte Sursum Corda - Organizzazione di Volontariato.
Per inviare una donazione Cliccare qui. «Nessuno al mondo vorrà mai ammettere di essere avaro! Tutti negano di essere contagiati da questo tarlo che inaridisce il cuore. Chi adduce a scusa il pesante fardello dei figli, chi la necessità di crearsi una posizione solida... Quelli poi che sono avari più degli altri, non ammetteranno mai di esserlo, e il bello è che, in coscienza, sono proprio convinti di non esserlo! L’avarizia è una febbre maligna, che più è forte e bruciante e più rende insensibili» (San Francesco di Sales, «Filotea»). Per scaricare il PDF cliccare qui.
Per inviare una donazione Cliccare qui. «Nessuno al mondo vorrà mai ammettere di essere avaro! Tutti negano di essere contagiati da questo tarlo che inaridisce il cuore. Chi adduce a scusa il pesante fardello dei figli, chi la necessità di crearsi una posizione solida... Quelli poi che sono avari più degli altri, non ammetteranno mai di esserlo, e il bello è che, in coscienza, sono proprio convinti di non esserlo! L’avarizia è una febbre maligna, che più è forte e bruciante e più rende insensibili» (San Francesco di Sales, «Filotea»). Per scaricare il PDF cliccare qui.