La gioia e l’allegria sono il clima ideale al sorgere ed allo sviluppo delle virtù; ne sono pure il prezioso ornamento e il frutto squisito. È noto il detto di San Francesco di Sales: «un santo triste è un tristo santo». Un bel proverbio dice: «uomo allegro il ciel l’aiuta!». Per questo San Paolo esorta ripetutamente i fedeli al gaudio: «Godete, ve lo ripeto, godete ed esultate» (ai Filippesi IV - 4). Scrivendo ai cristiani di Corinto dice: «Dio ama l’allegro donatore» (II Cor. IX, 7). Gesù stesso nell’addio rivolto agli Apostoli disse: «Vi ho detto queste cose affinché la mia gioia sia con voi e la vostra gioia sia piena. Godete e rallegratevi: la vostra tristezza si muterà in allegrezza e questa vostra gioia nessuno ve la potrà togliere» (S. Giovanni XV - 16). «Servire il Signore nella gioia» deve pertanto diventare il programma di ogni credente. Dio ci ha creati perché potessimo godere; l’universo stesso con le sue infinite meraviglie lo ha voluto perché fosse a nostro servizio. Ogni essere che ci circonda è come una lettera di amore con cui Dio ci ricorda quanto ci ama e come desidera che godiamo di tutto ciò che ha creato per la nostra felicità. Aveva ragione quel Santo di percuotere con il suo bastone i fiorellini che incontrava, dicendo: - Tacete, tacete, voi mi ricordate troppo l’amore di Dio! Purtroppo il peccato originale aveva distrutto questa gioia della vita, ma Gesù è venuto per toglierci dalla sua schiavitù e ridonarci la libertà e la dignità di «figli di Dio ed eredi del Paradiso». La vera gioia è uno dei doni più grandi del Cristianesimo. «Il Vangelo, nota acutamente il Papini, ha per centro la Croce, ma comincia con la letizia dell’Annunciazione e si chiude con la gloria dell’Ascensione». «Il Cristianesimo non è che gioia, scrive Mons. Gay, e la Chiesa, la quale non si affatica se non per fare dei felici, diffonde la felicità nella misura in cui diffonde la santità». Un giorno S. Francesco d’Assisi si rivolse piangendo al Signore con questa preghiera: «Perdonami o Dio, perché amo le stelle, i fiori, gli uomini e tutte le cose belle che hai creato, mentre dovrei amare te solo». Ma una voce gli rispose: «Francesco, rallegrati, non piangere più, tu ami quello che ama Gesù!». Tutto il creato e ogni singola creatura è un capolavoro dell’onnipotenza divina, un dono offerto da Dio per la nostra gioia. Purtroppo ci sono tanti ciechi che si rifiutano di guardare; per questo ci sono troppi infelici. Solo chi sa cogliere la bellezza e l’armonia del creato, gode pienamente di questo dono dell’amore infinito!
Antonio M. Alessi
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Per inviare una donazione Cliccare qui. «Nessuno al mondo vorrà mai ammettere di essere avaro! Tutti negano di essere contagiati da questo tarlo che inaridisce il cuore. Chi adduce a scusa il pesante fardello dei figli, chi la necessità di crearsi una posizione solida... Quelli poi che sono avari più degli altri, non ammetteranno mai di esserlo, e il bello è che, in coscienza, sono proprio convinti di non esserlo! L’avarizia è una febbre maligna, che più è forte e bruciante e più rende insensibili» (San Francesco di Sales, «Filotea»). Per scaricare il PDF cliccare qui.
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