La Pontificia Accademia dell’Immacolata Concezione sorse in Roma, gentil fiore di poesia, dall’anima supplice della Chiesa in lotta aperta con le aberrazioni filosofiche e le perversioni sociali. Sorse in quel torpido periodo del secolo XIX che va dall’infida tregua del Congresso di Vienna ai moti rivoluzionari del ‘48. Sotto la fragile reazione imperavano gl’immortali princìpi. Il dottrinarismo liberale trescava con l’opulenza viziosa della grande industria e si scavava la fossa con le sue stesse negazioni: l’individualismo anarchico e il comunismo materialistico. Così, nella città del mondo, le cattedre seminavano dottrine di odio e il cielo fosco pareva solcato da livide minacce. Ma nella città di Dio i giusti apprestavano sereni le difese delle verità cristiane: pensatori, propugnavano con gli scritti la fede e la morale cattolica; apostoli, con opere luminose di assistenza sociale illustravano la bellezza inesausta della carità di Cristo. Dei doni dello Spirito, sovrattutto, pascevano gli animi e invocavano commossi la dolcissima Immacolata Madre di Dio, la cui protezione ... ben sempre rispose, chi la chiamò con fede.Mirabile provvidenza che il P. M. Alfonso Orlich, ministro generale dei Frati Minori Conventuali, rilevò agostinianamente nel discorso che pronunciò in solenne adunanza accademica per commemorare il settantacinquesimo anniversario della Bolla dommatica Ineffabilis Deus, di Papa Pio IX. Il ch. oratore rievocò in sintesi di potenza drammatica il pontificato del mite e forte Pontefice, acclamato a buon diritto il Pontefice dell’Immacolata. Le umane vicende tristissime si trasfigurano in linee di compostezza monumentale e salgono a fondersi nella chiarità delle stelle. Questa atmosfera sovrannaturale, così vivida e schietta, noi abbiamo a pieni polmoni respirata, ascoltando l’ornata parola del P. Orlich che esaltava tutto quello che più oggi commuove il cuore d’un credente: la definizione dommatica dell’Immacolata Concezione di Maria, Lourdes, il Sillabo, la prigionia di Pio IX, il trionfo di Pio XI. L’Ordine Minoritico vanta insigni benemerenze nella preparazione dottrinale della definizione del domma mariano, e queste glorie di famiglia, un Ministro Generale di tanta parte del grande albero minoritico, il P. Orlich, ha sentite e proclamate, con passione filiale. I dispareri approfondirono la tesi teologica e non menomarono la grandezza d’intelletto e di fede dei più devoti cultori di Maria, quali san Bernardo, san Tomaso, san Bonaventura, ma diedero ragione alle tradizioni religiose dell’isola dei Santi e formarono un più bel titolo d’onore al Dottore sottile. Il culto di Maria, così come il culto Eucaristico, costituisce, la gloria sì, ma particolarmente la forza del Cattolicismo. Il culto mariano segna la maturità di quella fede che vince ogni errore, dal Concilio di Efeso all’Enciclica Ineffabilis Deus; sì che Maria la riassume tutta e vince, Ella proprio, ogni errore. Debellatrice dell’eresia, schiaccia col piede virginale il caput draconis magni. L’Accademia dell’Immacolata Concezione, incoraggiata dal plauso del suo eminentissimo Protettore, Card. Camillo Laurenti, ha chiesto alla francescana cortesia del ch. autore di poter dare alle stampe e diffondere a beneficio delle missioni estere dei Minori Conventuali il discorso bellissimo. L’opera austera di dottrina si traduce, per miracolo consueto ai figli della luce, in opera lieta di carità. Di che gli accademici tutti rendono grazie al Signore.
Vincenzo Bianchi-Cagliesi
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